Roberto di Molesme e monaci cistercensi – i frati ribelli

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Abbazia di MolesmeSan Roberto di Molesme eremita

San Roberto di Molesme fu uno dei fondatori dell’ordine cistercense.

Siamo intorno all’anno mille nel 1074 Roberto ormai cinquantenne, dopo diverse esperienze come priore di alcuni monasteri, volle tentare la via eremitica. L’inquietudine di trovarsi all’interno di monasteri dove la mondanità era ormai entrata, lo portò, come san Benedetto a scegliere la via dell’eremitaggio. Si unì ad alcuni eremiti nella zona di Collan in Borgogna e un’anno dopo insieme ai suoi compagni fondò il monastero benedettino di Molesme. Dopo l’anno mille va detto che buona parte del monachesino benedettino era rappresentato da priorati cluniacensi che avevano all’epoca un enorme potere culturale, artistico, politico e religioso e la secolarizzazione era progressivamente entrata dentro le mura dei monasteri. Roberto riteneva invece che l’esperienza ascetica dei monaci del deserto erano più consoni alla vita monastica.

La fondazione dell’Abbazia di Molesme

Questo fu il tentativo di Roberto dopo un anno di eremitaggio, nel 1075 nella fondazione dell’Abbazia di Molesme. Il tentativo divenne molto concreto e grazie alla sua fama in pochi anni furono fondati una cinquantina di priorati che facevano capo a Molesme. Nel 1082 tra i molti giovani attratti dalla vita ascetica proposta da San Roberto, vi furono San Bruno e alcuni suoi amici che fecero una piccola esperienza nel monastero di Molesme per poi lasciarlo e fondare a Grenoble l’ordine Certosino.

Lo stesso Roberto insieme ai monaci fondatori, fu attratto nuovamente dalla vita eremitica. Il peso dell’organizzazione e della gestione di tanti giovani monaci, fu per lui insormontabile, tanto che l’Abbazia iniziò ad essere influenzata dalle modalità cluniacensi.

Tre frati ribelli fondano l’Abbazia di CiteauxMonaci fondatori citeaux

A questo punto nel 1097 dopo una serie di falliti tentativi di riportare la comunità benedettina di Molesme ad una più stretta osservanza della regola benedettina, San Roberto, Santo Stefano Harding e Sant’Alberico di Citeaux si allontanarono da Molesme e insieme ad altri 19 monaci si trasferirono a Citeaux (Cistercium) vicino a Digione e fondarono una nuovo ordine i Monaci cistercensi – i monaci bianchi detti anche i monaci riformati.

La vita a Citeaux fu durissima nei primi anni. I monaci sottoposti ad un rigoroso ritmo di preghiera e lavoro, si dedicarono inizialmente a lavori durissimi di bonifica, taglio del bosco, impianto dei frutteti, oltre alla costruzione degli edifici.

Il ritorno di San Roberto a Molesme

La vita fu probabilmente talmente dura, che Roberto ormai settantenne rispose positivamente all’imposizione di tornare a Molesme. I monaci della sua vecchia abbazia chiesero al papa di occuparsi del rientro di Roberto a causa della disennatezza e del disordine che aveva assunto la vita monastica a Molesme. Il papa chiese al vescovo di invitare Roberto al rientro. Il vescovo dopo una lunga trattativa all’interno di una commisione di religiosi ordinò il rientro, ordine che san Roberto non tentenno ad eseguire. Insieme a Roberto molti altri rientrarono, mentre a Citeaux rimasero in 8. Roberto a quel punto fu trattato dai monaci di Citeaux come un traditore tanto da cancellarlo da qualsiasi scritto che parlasse di lui come fondatore di Citeaux. Citeaux e Molesme divennero a questo punto due abbazie ostili tra loro. Tutto questo fu un grave impedimento durante la canonizzazione del santo tanto da far rimuove ogni scritto maldicente nei suoi confronti per veder ottenuta la sua santità.

Cistercensi fiastra

Roberto rimase priore a Molesme dove morì nel 1111. Fu riconosciuto santo nel 1220 e nel 1222 il calendario

cistercense designava il 29 aprile come giorno della sua festa.

L’abito bianco contraddistingue i monaci riformati

Come già spiegato in un precendete post fu con Alberico che i monaci cistercensi adottarono l’abito bianco realizzato in cotone grezzo, sotto uno scapolare nero, questo fece dei monaci cistercensi I Monaci Bianchi che si contrapposero così anche nel modo di vestire ai monaci neri rappresentati dai benedettini cluniacensi.

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