In seguito alla sua scrittura intorno al 540, la Regola Benedettina fu oggetto di numerose discussioni su molti dei suoi contenuti. Uno dei punti più discussi era il consumo di birra, sidro e vino da parte dei monaci.
Ludovico il Pio, regnante carolingio dal 814 al 840d.C., incarica Benedetto di Aniane di viaggiare in tutto l’impero (che allora occupava gran parte dell’Europa centrale), raccogliere le varie regole seguite dai monasteri e, partendo da esse, redigere una regola unica da usare in tutto il regno. Una volta completato l’incarico, Benedetto di Aniane organizzò due concili ad Aix-la-Chapelle. Durante entrambi i concili, ci furono discussioni furenti tra i moderati, che chiedevano il rispetto delle tradizioni dei vari monasteri, e gli estremisti, che preferivano un’applicazione più stretta della Regola benedettina. Una volta finiti i concili e giunti ad un accordo, la nuova Regola modificata venne implementata in tutto l’Impero Carolingio.
Basandosi su questa regola, ai monaci era consentito bere piccole quantità di birra. In molti casi la birra venne scelta al posto del vino perchè meno alcolica. La massima quantità giornaliera di alcolici (birra, sidro, vino) era di 2L. Questi 2L potevano essere suddivisi in qualsiasi modo (per esempio, 1,2L di sidro al mattino e 0,8 di vino la sera).
Molte abbazie conservavano (e/o producevano) tre tipi diversi di birra: uno per i monaci, uno per gli ospiti più aristocratici e uno per pellegrini e bisognosi.
In epoca carolingia, le abbazie cambiano aspetto: non assomigliano più a quella di Montecassino, isolate e pressochè indipendendi. Ora sono più simili a piccoli villaggi e contengono granai, cucine, depositi, cantine, officine e ostelli e danno lavoro ad un gran numero di domestici e servi. Aggiungere a questa lista una birreria è solo questione di trovare i necessari spazi, utensili e lavoratori.
Al contrario di quel che si potrebbe pensare, i monaci e le monache di epoca carolingia non si occupavano della produzione di cibi o bevande, dato che ritenevano quel genere di lavoro troppo umile. Per questa ragione, ogni abbazia aveva al proprio servizio un enorme numero di lavoratori, contadini e servi di vario grado.
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