Questa è l’origine nella concezione moderna della nascita degli ospedali:
“…prima di tutto deve essere posta attenzione ai malati, che devono essere serviti in verità, come Cristo lo è…”
Così recita la regola di San Benedetto.
Dopo le invasioni barbariche l’Italia era sconvolta. Aveva però conservato nei monasteri un ambito privilegiato di vivacità culturale. I monaci erano il culmine di quella che allora poteva essere considerata la ricerca scientifica. L’amore per il creato, la necessità di curare i malati e anche l’esigenza di affrontare rigidi inverni, periodi di carestia e di lunghi digiuni ha posto le basi, insieme alla regola benedettina, per l’origine degli ospedali.
La carità cristiana (che non è la bontà umana), cioè l’imitazione di Cristo, è il senso che ha mosso i monaci nei loro monasteri ad accogliere i pellegrini in cammino verso i luoghi sacri o le persone in cerca di aiuto. E’ stata quindi una pietas all’origine della concezione moderna della nascita degli ospedali.
Crebbe nei monasteri l’esigenza di dedicare anche spazi proprio alla cura dei malati, luoghi dove accoglierli e curarli senza distinzione alcuna di ceto sociale. Nacquero così i primi ospedali. I monaci trascrivendo antichi erbari anche di origine araba, divennero profondi conoscitori di erbe aromatiche ed iniziarono a coltivare le principali nei giardini all’interno dei monasteri. Pian piano molti monasteri si organizzarono in laboratori galenici per produrre unguenti, pomate, elisir, tisane sfruttanto le incredibili proprietà medicamentose delle erbe.
Ci sono numerosissimi monasteri in tutta Europa che ancora producono in laboratori galenici ogni genere di prodotti medicamentosi e cosmetici con annessa farmacia dove vengono venduti. I più importanti in Italia sono la Farmacia di Camaldoli, l’abbazia di Praglia, il monastero trappista di Valserena, il monastero di Orte.
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