Intorno al 1074, San Roberto, monaco benedettino, decise di fondare un monastero a Molesme. Dopo qualche anno dalla fondazione, l’abazia di Molesme era diventata estremamente importante per la zona, quindi San Roberto ed alcuni monaci decisero di allontanarsi e fondare un’abbazia a Citeaux, dal cui nome latino Cistercium deriva il nome dell’ordine: Cistercense.
San Roberto, qualche anno dopo aver fondato insieme ad altri un monastero a Molesme, capì che desiderava separazione dal mondo e povertà, una vita libera dalle preoccupazioni e dedicata soltanto al servizio di Dio. Ciò che voleva era una più stretta adesione alla Regola benedettina.
All’interno del monastero di Molesme emersero conflitti fra Roberto, che appunto desiderava seguire il più possibile la Regola, e la maggioranza dei monaci che insisteva sulla legittimità delle usanze di Cluny e rifiutava le proposte dell’abate come fossero novità pericolose e impraticabili.
Sembrò impossibile poter giungere a un compromesso durevole e valido. La polarizzazione delle posizioni contribuì a dar forma a un programma di riforma che avrebbe potuto essere realizzato in seguito con risultati migliori di quelli ottenuti a Molesme.
Anche grazie a questi conflitti interni, i futuri fondatori di Cîteaux capirono che, come alternativa a Cluny, era possibile vivere secondo una totale fedeltà alla Regola.
Verso l’autunno dei 1097 l’abate Roberto fece visita all’Arcivescovo Ugo de Die di Lione, legato pontificio in Francia e uno tra i più attivi sostenitori della Riforma Gregoriana. Davanti al prelato, pieno di comprensione, Roberto presentava il suo piano per una nuova fondazione, e ne dava come ragione principale l’osservanza tiepida e negligente della Regola vissuta a Molesme, mentre egli prometteva di “seguirla da allora in poi più strettamente e con maggiore perfezione”.
Ovviamente, Ugo ne fu impressionato, diede al progetto la propria benedizione, e lo incoraggiò a “perseverare nel loro santo proposito” e, dato che la cosa sembrava favorire la causa di entrambe le parti contendenti di Molesme, autorizzò Roberto e i suoi sostenitori a ritirarsi dall’abbazia e a stabilirsi in un altro luogo, dove essi avrebbero potuto “servire Dio in condizioni più pacifiche e in un modo più salutare”.
Agli inizi del 1098, 21 monaci si apprestarono a seguire Roberto nella proprietà di un Nuovo Monastero. La terra, donata loro da un nobile locale, era collocata a circa venti km. a sud di Digione, in una zona molto boscosa che l’autore dell’Esordio di Cîteaux, prendendo a prestito una frase pittoresca del Deuteronornio (32, 10) dipingeva come “luogo orrido e di vasta solitudine”. Indubbiamente quel piccolo gruppo di monaci-eremiti aveva scelto appositamente un luogo del genere. Quella proprietà, situata nella diocesi di Chalon-sur-Saône, comprendeva alcuni contadini che dimoravano sul posto e molto probabilmente anche un’antica cappella.
Il luogo aveva già un nome: Cîteaux (in latino, Cistercium) la cui etimologia veniva spiegata in diversi modi. Il più probabile era in rapporto alla posizione geografica, dato che si trovava “al di qua della terza pietra miliare” (cis tertium lapidem miliarium) sulla antica strada romana tra Langres e Chalon-sur-Saóne. Per alcuni anni la nuova fondazione era nota semplicemente come Il Nuovo Monastero (Novum Monasterium). La data tradizionale della fondazione, scritta nei documenti più recenti, era quella del 21 marzo del 1098. In quel periodo ricorreva la Domenica delle Palme e la festa di san Benedetto: tale data venne scelta più che altro per il suo significato simbolico . È possibile che sia l’erezione canonica in abbazia delle primitive costruzioni, sia il giuramento di obbedienza di don Roberto nelle mani del Vescovo di Chalon-sur-Saône che il voto di stabilità dei monaci nel Nuovo Monastero si siano svolti tutti in quella data, ma è più logico supporre che tutti quegli importanti atti giuridici abbiano avuto luogo nel corso dell’estate del 1098.
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