CASAMARI

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L’abbazia cistercense di Casamari fu costruita a Veroli, in provincia di Frosinone, sulle rovine dell’antico municipio romano chiamato Cereatae perchè dedicato alla Dea Cerere (Dea dell’agricoltura).

“Se qualcuno, in quel tempo, fosse giunto a Casamari avrebbe potuto ammirare un luogo venerando come il Paradiso e i monaci, simili ad un coro di angeli, risplendere in corpi mortali … E’ stato, dunque, questo monastero colonna della chiesa verolana, onore del popolo, fondamento di ogni bene, paragonabile per eleganza alle fattezze del cielo.”

ANTICA CRONACA VEROLANA

L’architettura dell’abbazia cistercense Casamari

Architettura Casamari

L’abbazia prese successivamente il nome Casamari, di origine latina che significa “Casa di Mario”, poichè fu dimora del console romano Caio Mario; famoso condottiero e nemico di Silla nella guerra civile dell’ 88 a.C.. L’abbazia fu costruita nel 1203 quando i monaci benedettini si insediarono nel luogo e fu consacrata nel 1217. E’ uno dei più importanti monasteri italiani di architettura gotica cistercense. L’architettura delle abbazie cistercensi è legata alla storia e alla spiritualità dell’Ordine, infatti rispecchia la robustezza interiore e la semplicità.

Nel 1929 la Congregazione di Casamari (congregatio casamariensis) fu eletta canonicamente congregazione monastica, aggregandosi alle altre dell’ordine dei cistercensi; conta circa 130 monaci in 12 monasteri dipendenti dalla casa madre dell’abbazia di Casamari. La chiesa abbaziale di Casamari venne poi elevata alla dignità di basilica minore nel 1957 da papa Pio XII.

Attualmente dimora dell’abate Loreto Camilli, che era già priore dell’Abbazia di Casamari a Veroli, succeduto a padre Eugenio Romagnuolo, venuto a mancare il 4 aprile 2020 a causa del Covid-19.

Prodotti di Casamari: medicinali e liquori

I monaci cistercensi si occupavano di produrre tisane, creme, unguenti e sciroppi a scopo terapeutico per curare se stessi e i pellegrini.

Nei primi tempi l’attività dei liquori era strettamente legata a quella della farmacia, in quanto anche i prodotti che richiedevano l’uso di alcol erano finalizzati alla cura delle malattie. Successivamente ebbe un impulso decisivo, nel settecento e nell’ottocento, la ricerca per la progressiva diversificazione fra medicinali e distillati: cercando di migliorare il gusto e l’aroma dei prodotti in modo da renderli più piacevoli al palato dei clienti.

Per questa ricerca fu essenziale Fra Eutimio Zannucoli, operante a Casamari nella seconda metà dell’Ottocento, che avviò la produzione della canna da zucchero nei terreni del monastero (da cui si ricava la melissa con cui creano alcuni dei loro prodotti). Fra Eutimio Zannucoli è maggiormente conosciuto per aver inventato la famosa Tintura Imperiale, conosciuta anche come GOCCE IMPERIALI.

Molto richiesti sono anche il nocino, la liquirizia, l’Elixir di San Bernardo al rabarbaro, l’Elisir Sett’erbe, il Gran Liquore (prodotto con miele di millefiori); e tanti altri come il Rosolio al caffè, il Rosorio Stomatico al mandarino, la Sambuca all’anice ecc…

Per via delle nuove norme vigenti i monaci dovettero abbandonare le rudimentali attrezzature e la loro produzione di bottiglie; mantennero però, per tradizione, la forma a fiaschetto delle bottiglie.

Per la cura della pelle sono molto validi gli integratori alimentari, le loro creme (realizzate con i prodotti delle coltivazioni dei giardini Casamari) e i loro mieli.

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